“ La Terra è un bel posto e vale la pena lottare per lei. ”
( Ernest Hemingway)

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Per andare in montagna occorre conoscere la montagna. Amarla. Difenderla. Dietro quell’aspetto grandioso, quei profili titanici e all’apparenza intoccabili, si nasconde un ambiente delicato e fragile nei suoi equilibri.

Quando il Club alpino italiano è nato la montagna incuteva timore, era terra di conquista, di grandiose esplorazioni. Oggi la montagna soffre un turismo di massa, uno sfruttamento indiscriminato di tutte le sue risorse. La tutela di queste risorse, il rispetto e lo sviluppo sostenibile sono un dovere. Un dovere che il Club alpino italiano, riconosciuto dal Ministero dell’Ambiente quale associazione ambientalista di interesse nazionale, ha nel cuore.

Una tutela ambientale intesa come impegno, come “tutela attiva” e non solo “passiva e di semplice conservazione”. L’Agenzia per l’ambiente e l’Osservatorio tecnico per l’ambiente sono le strutture che il Cai dedica a questo scopo: costituite da esperti e professionisti, sono in grado di coordinare e promuovere una corretta politica del territorio e di intervenire con progetti concreti, ponendo particolare attenzione alle aree protette.

Da anni esiste un organo tecnico, la Commissione centrale per la Tutela dell’Ambiente Montano (TAM), che promuove e coordina tutte le iniziative di monitoraggio e difesa dell’ambiente montano. Dal momento che non può esistere tutela senza un’appropriata conoscenza, centrale è il ruolo del Comitato scientifico centrale, che sviluppa costantemente studi e ricerche sull’ambiente geologico, faunistico, botanico, forestale e antropico.

All’interno del Club alpino italiano, poi, opera una Commissione medica il cui compito è formare e divulgare. Tiene lezioni di medicina di montagna, organizza incontri, sviluppa ricerca a stretto contatto con importanti università italiane e organizza corsi per i gestori dei rifugi sulle tematiche del primo soccorso.

Di seguito trovate la lettera del Presidente Generale del CAI Vincenzo Torti del Nuovo Bidecalogo.

 Linee di indirizzo e di autoregolazione del CAI in materia di ambiente e tutela del paesaggio

Approvato definitvamente dall’Assemblea dei delegati del  25-26 maggio 2013 a Torino, questo documento riassume, in venti punti, le regole che ogni socio CAI si impegna a rispettare in tema di tutela ambientale e di comportamenti etici durante le attività in montagna.

Una tappa importante nell’anno dei festeggiamenti del 150° del Club alpino italiano è stata l’approvazione, durante l’Assemblea dei Delegati del 25-26 maggio 2013 a Torino, del “Nuovo Bidecalogo”.

Alla luce dei cambiamenti climatici in atto e del grande interesse che oggi riveste l’equilibrio dell’ecosistema montano, è stato ritenuto doveroso da parte del Sodalizio rivisitare i propri documenti di indirizzo (Mozione di Predazzo, Bidecalogo, Charta di Verona, Tavole di Courmayeur) pervenendo ad un unico ed articolato documento, che riassume le posizioni del Sodalizio in merito alle molteplici e complesse tematiche ambientali.

Il nuovo documento deve essere il punto di riferimento di ogni Socio CAI in tema di tutela ambientale e di comportamenti etici durante le attività in montagna, così proprio come indicato nello Scopo della nostra associazione.

Il nuovo Bidecalogo

Perché un pensiero cambi il mondo, bisogna che cambi prima la vita di colui che lo esprime. Che cambi in esempio”: con questa riflessione Albert Camus, nei suoi Taccuini, sottolineava come solo la coerenza, espressa da esempi concreti, possa dare viva forza ad un’idea e consentirle di operare un’autentica trasformazione.

Muovendo da tale considerazione, il Nuovo Bidecalogo, approvato dall’Assemblea dei delegati di Torino in occasione del 150° di Fondazione del CAI, contenente linee di indirizzo e di autoregolamentazione in materia di ambiente e tutela del paesaggio, rappresenta la conferma della nostra persistente sfida culturale, sia all’interno, che all’esterno del Sodalizio.

In un Paese che pure eleva a rango costituzionale, all’art. 9, la tutela del paesaggio, la realtà si presenta ben diversa e proiettata verso il rifiuto di qualsiasi limite, a prescindere da quali possano essere le conseguenze dell’agire e dalla constatazione che questo inseguimento esasperato di qualsivoglia appagamento genera solo una perenne insoddisfazione.

Di contro, “è giunto il momento di prestare nuovamente attenzione alla realtà con i limiti che essa impone, i quali a loro volta costituiscono la possibilità di uno sviluppo umano e sociale più sano e fecondo… L’interpretazione corretta del concetto dell’essere umano come signore dell’universo è quella di intenderlo come amministratore responsabile”.

Si tratta di condivisibili riflessione contenute nella “Laudato Si” di Papa Francesco, che vanno di pari passo con le scelte poste alla base del nostro Bidecalogo, orientate nella direzione di un effettivo e corretto sviluppo umano e di una “amministrazione responsabile” dell’ambiente.

Il costante richiamo al senso del limite, inteso, però, come espressione di libertà, nella scelta dei propri comportamenti, rappresenta la grande sfida cui siamo chiamati.

Sobrietà nei comportamenti e attenzione responsabile circa le conseguenze degli stessi, sono la sintesi di questo documento che ben esprime il nostro comune sentire.

A ciascuno di noi tocca ora il compito di darvi corretta e coerente attuazione.

Vincenzo Torti, Presidente Generale CAI

 

NUOVO BIDECALOGO

Possono aderire alle escursioni i soci della Sezione di Fermo e in generale del Club Alpino Italiano in regola con il tesseramento. Le gite sociali sono aperte anche ai non soci purché abbiano provveduto a formalizzare la propria adesione all’escursione recandosi personalmente in sede, compilando il relativo modulo e liberando la quota per l’Assicurazione obbligatoria Infortuni e Soccorso Alpino. Le date e i percorsi potranno subire variazioni in base alle condizioni meteorologiche, fermo restando che si farà tutto il possible per rispettare il programma. Le escursioni sono riservate ad escursionisti che abbiano esperienza di montagna adeguata alle caratteristiche ed alle difficoltà del percorso proposto, che siano dotati di idoneo equipaggiamento e di buone condizioni di salute e che si impegnano a fare affidamento esclusivamente sulle proprie autonome capacità fisiche e tecniche, consapevoli delle intrinseche difficoltà che la montagna pone ai suoi visitatori, tenuto conto in particolare che molti dei Direttori di escursione non sono soci accompagnatori (AE) e che quindi, gli stessi curano soltanto il buon andamento dell’escursione oltre gli aspetti logistici ed organizzativi. Per qualsiasi ulteriore informazione e delucidazione l’escursionista dovrà contattare direttamente e preferibilmente in sede il Direttore di escursione. Si invitano tutti I Soci e Non a leggere con attenzione sul sito www.cai.it le condizioni di assicurazione, i massimali e relative franchigie. Si consiglia vivamente ai soci di attivare, al momento del rinnovo del bollino, la copertura assicurativa massima “B” mediante il pagamento del premio integrativo così come ai non soci di richiedere, al momento dell’adesione all’escursione, la copertura infortuni più alta che garantisce maggiore tranquillità in caso di infortunio.

L’escursionista s’impegna a comunicare la propria adesione al Direttore di escursione entro il venerdì precedente la data dell’escursione. I non soci dovranno comunicare la propria adesione recandosi personalmente in Sezione; ciò è necessario per liberare la quota assicurativa obbligatoria assolvendo tutti gli incombenti necessari. DURANTE L’ESCURSIONE L’escursionista s’impegna: ad attenersi alle disposizioni impartite dai direttori di escursione, in ogni caso, assicurando di non abbandonare l’itinerario stabilito o di allontanarsi dalla comitiva; ad essere solidale con il direttore di escursione nelle decisioni, specie a fronte di avvenute difficoltà, offrendo la massima collaborazione per la buona riuscita della escursione stessa. La mancata osservanza del presente regolamento pone il partecipante all’escursione fuori dalla stessa iniziativa. Per le uscite che prevedono il pernottamento di più giorni in albergo o in rifugio è richiesta la prenotazione almeno 15 giorni prima della data stabilita, unitamente al versamento di un acconto pari al 50% delle spese da sostenere. Per le gite in pullman la quota dovrà essere liberata al momento dell’iscrizione. ESCURSIONI NOTTURNE Per le escursioni notturne è necessario dotarsi del sacco a pelo e della lampada frontale. PARTENZA ALLE ESCURSIONI Per il luogo e l’ora di partenza contattare i direttori di escursione.

T = turistico. Itinerari su stradine, mulattiere o comodi sentieri, con percorsi ben evidenti e che non pongono incertezze o problemi di orientamento. Si svolgono in genere sotto i 2000 m e costituiscono di solito l’accesso ad alpeggi o rifugi. Richiedono una certa conoscenza dell’ambiente montano e una preparazione fisica alla camminata.
E = escursionistico. Itinerari che si svolgono quasi sempre su sentieri, oppure su tracce di passaggio in terreno vario (pascoli, detriti, pietraie), di solito con segnalazioni; possono esservi brevi tratti pianeggianti o lievemente inclinati di neve residua, quando, in caso di caduta, la scivolata si arresta in breve spazio e senza pericoli. Si sviluppano a volte su terreni aperti, senza sentieri ma non ardui, sempre con segnalazioni adeguate. Possono svolgersi su pendii ripidi; i tratti esposti sono in genere protetti (barriere) o assicurati (cavi). Possono avere singoli passaggi su roccia, non esposti, o tratti brevi e non faticosi né impegnativi grazie ad attrezzature (scalette, pioli, cavi) che però non necessitano l’uso di equipaggiamento specifico (imbragatura, moschettoni, ecc.). Richiedono un certo senso di orientamento, come pure una certa esperienza e conoscenza del territorio montagnoso, allenamento alla camminata, oltre a calzature ed equipaggiamento adeguati.
EE = per escursionisti esperti. Itinerari generalmente segnalati ma che implicano una capacità di muoversi su terreni particolari. Sentieri o tracce su terreno impervio e infido (pendii ripidi e/o scivolosi di erba, o misti di rocce ed erba, o di roccia e detriti). Terreno vario, a quote relativamente elevate (pietraie, brevi nevai non ripidi, pendii aperti senza punti di riferimento, ecc.). Tratti rocciosi, con lievi difficoltà tecniche (percorsi attrezzati, vie ferrate fra quelle di minor impegno). Rimangono invece esclusi i percorsi su ghiacciai, anche se pianeggianti e/o all’apparenza senza crepacci perché il loro attraversamento richiederebbe l’uso della corda e della piccozza e E S C U R S I O N I S M O la conoscenza delle relative manovre di assicurazione. Necessitano: esperienza di montagna in generale e buona conoscenza dell’ambiente alpino; passo sicuro e assenza di vertigini; equipaggiamento, attrezzatura e preparazione fisica adeguati.
EEA = per escursionisti esperti con attrezzatura. Percorsi attrezzati o vie ferrate, per i quali è necessario l’uso dei dispositivi di autoassicurazione (imbragatura, dissipatore, moschettoni, cordini) e di equipaggiamento di protezione personale (casco, guanti).
EEA – F (ferrata Facile). Sentiero attrezzato poco esposto e poco impegnativo con lunghi tratti di cammino. Tracciato molto protetto, con buone segnalazioni, dove le strutture metalliche si limitano al solo cavo o catena fissati unicamente per migliorare la sicurezza.
EEA – PD (ferrata Poco Difficile). Ferrata con uno sviluppo contenuto e poco esposta. Il tracciato è di solito articolato con canali, camini e qualche breve tratto verticale, facilitato da infissi come catene, cavi, pioli o anche scale metalliche.
EEA – D (ferrata Difficile). Ferrata di un certo sviluppo che richiede una buona preparazione fisica e tecnica. Il tracciato è spesso verticale e in alcuni casi supera anche qualche breve strapiombo, molto articolato, con lunghi tratti di esposizione; attrezzato con funi metalliche e/o catene, pioli e/o scale metalliche.
EAI = escursionismo in ambiente innevato. Itinerari in ambiente innevato che richiedono l’utilizzo di racchette da neve, con percorsi evidenti e riconoscibili, con facili vie di accesso, di fondo valle o in zone boschive non impervie o su crinali aperti e poco esposti, con dislivelli e difficoltà generalmente contenuti che garantiscano sicurezza di percorribilità.